"Poichè Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il Suo unigenito Figlio, affinchè chiunque creda in Lui non perisca ma abbia vita eterna."
Questo è il messaggio di Giovanni 3: 16 il cui significato è piuttosto semplice che anche un bambino sarebbe in grado di comprenderlo, ma allo stesso modo oltre alla sua semplicità ha anche una profondità tale che ancora al giorno d'oggi i teologi di tutto il mondo continuano ad investigarne le implicazioni.
Molti hanno sperimentato nella propria vita, a livello individuale, la salvezza che Dio ci offre attraverso suo Figlio e che ci descrive attraverso questo versetto. Ma la mia domanda oggi è, abbiamo veramente capito l'amore che Dio nutre per l'umanità? Abbiamo veramente capito quanto Dio ama il mondo e le persone che abitano al suo interno? Dio è al lavoro fin dal principio per portare a compimento i suoi scopi.
Dio creò l'uomo e lo mise in una situazione perfetta, godeva di comunione con Lui, ma l'uomo decise di annientare quella comunione speciale e divina, ribellandosi al suo creatore. Così la morte cadde sull'uomo. Dio poteva, nella sua giustizia, giudicare l'uomo già da allora e distruggerlo ma invece di fare tutto ciò, l'intenzione di Dio fu un'altra e cioè quella di dare un piano di salvezza per l'uomo per permettergli di uscire dal baratro in cui era sprofondato. E questo da quel giorno è diventato il piano di missione di Dio per il mondo.
Missione è un termine ampio che può essere definito come il compito globale per il quale Dio manda la sua chiesa nel mondo e comprende la proclamazione del Vangelo e la giustizia sociale.
L'evangelizzazione è soprattutto la proclamazione della verità del Vangelo e la sua stretta alleata è l'apologetica che invece si occupa di difendere la veridicità del Vangelo. L'obiettivo finale di tutto questo è, e dovrebbe essere infatti, il discepolato.
Difatti il mandato che Gesù ci diede fu quello di andare in giro per il mondo per fare discepoli come descritto in Matteo 28: 18-20 che dice: "Andate, dunque, e fate discepoli di tutte le nazioni, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandato. Orecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo."
Nella società multiculturale e moderna l'evangelizzazione è piuttosto vista come un'attività arrogante e bigotta e lo scetticismo diffuso ha messo in imbarazzo la chiesa frenandone la spinta evangelistica. Ma invece la chiesa dovrebbe e deve rimanere fedele al mandato biblico di evangelizzare e deve trovare modi culturalmente rilevanti per farlo, modificando anche il suo stile in base al contesto culturale in cui si vuole arrivare e iniziando anche a fare uso della tecnologia e della modernità di cui Dio ci ha fatto dono.
Ci sono ancora milioni di persone non ancora raggiunte dal messaggio del Vangelo e ancora molti popoli in giro per il mondo che non hanno ancora sentito parlare del sacrificio d'amore di Cristo sulla croce del calvario per redimere l'intera umanità dalla morte eterna e dalla separazione totale da Dio.
Non trattiamo con negligenza e non sorvoliamo su questo aspetto della vita cristiana, non pensiamo solo a noi stessi e al nostro bene, ma ricordiamoci che Dio ci ha chiamato a raggiungere tutte le nazioni, popoli, tribù e lingue come descritto in Apocalisse 7: 9 che dice: "Dopo queste cose io vidi, ed ecco una grande folla che nessuno poteva contare, di tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue, questi stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, coperti di vesti bianche e avevano delle palme nelle mani."
E questo compito non è solo per pochi, ma per tutti coloro che hanno già conosciuto l'amore di Cristo e hanno dato nelle Sue mani la propria intera vita.
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