Traduzione

martedì 7 luglio 2015

Un popolo, una missione, un obiettivo


"Poichè Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il Suo unigenito Figlio, affinchè chiunque creda in Lui non perisca ma abbia vita eterna."
Questo è il messaggio di Giovanni 3: 16 il cui significato è piuttosto semplice che anche un bambino sarebbe in grado di comprenderlo, ma allo stesso modo oltre alla sua semplicità ha anche una profondità tale che ancora al giorno d'oggi i teologi di tutto il mondo continuano ad investigarne le implicazioni.
Molti hanno sperimentato nella propria vita, a livello individuale, la salvezza che Dio ci offre attraverso suo Figlio e che ci descrive attraverso questo versetto. Ma la mia domanda oggi è, abbiamo veramente capito l'amore che Dio nutre per l'umanità? Abbiamo veramente capito quanto Dio ama il mondo e le persone che abitano al suo interno? Dio è al lavoro fin dal principio per portare a compimento i suoi scopi.
Dio creò l'uomo e lo mise in una situazione perfetta, godeva di comunione con Lui, ma l'uomo decise di annientare quella comunione speciale e divina, ribellandosi al suo creatore. Così la morte cadde sull'uomo. Dio poteva, nella sua giustizia, giudicare l'uomo già da allora e distruggerlo ma invece di fare tutto ciò, l'intenzione di Dio fu un'altra e cioè quella di dare un piano di salvezza per l'uomo per permettergli di uscire dal baratro in cui era sprofondato. E questo da quel giorno è diventato il piano di missione di Dio per il mondo.

Missione è un termine ampio che può essere definito come il compito globale per il quale Dio manda la sua chiesa nel mondo e comprende la proclamazione del Vangelo e la giustizia sociale.
L'evangelizzazione è soprattutto la proclamazione della verità del Vangelo e la sua stretta alleata è l'apologetica che invece si occupa di difendere la veridicità del Vangelo. L'obiettivo finale di tutto questo è, e dovrebbe essere infatti, il discepolato.
Difatti il mandato che Gesù ci diede fu quello di andare in giro per il mondo per fare discepoli come descritto in Matteo 28: 18-20 che dice: "Andate, dunque, e fate discepoli di tutte le nazioni, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandato. Orecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo."
Nella società multiculturale e moderna l'evangelizzazione è piuttosto vista come un'attività arrogante e bigotta e lo scetticismo diffuso ha messo in imbarazzo la chiesa frenandone la spinta evangelistica. Ma invece la chiesa dovrebbe e deve rimanere fedele al mandato biblico di evangelizzare e deve trovare modi culturalmente rilevanti per farlo, modificando anche il suo stile in base al contesto culturale in cui si vuole arrivare e iniziando anche a fare uso della tecnologia e della modernità di cui Dio ci ha fatto dono.

Ci sono ancora milioni di persone non ancora raggiunte dal messaggio del Vangelo e ancora molti popoli in giro per il mondo che non hanno ancora sentito parlare del sacrificio d'amore di Cristo sulla croce del calvario per redimere l'intera umanità dalla morte eterna e dalla separazione totale da Dio.
Non trattiamo con negligenza e non sorvoliamo su questo aspetto della vita cristiana, non pensiamo solo a noi stessi e al nostro bene, ma ricordiamoci che Dio ci ha chiamato a raggiungere tutte le nazioni, popoli, tribù e lingue come descritto in Apocalisse 7: 9 che dice: "Dopo queste cose io vidi, ed ecco una grande folla che nessuno poteva contare, di tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue, questi stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, coperti di vesti bianche e avevano delle palme nelle mani."
E questo compito non è solo per pochi, ma per tutti coloro che hanno già conosciuto l'amore di Cristo e hanno dato nelle Sue mani la propria intera vita.


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