Forse molti di noi non si sono mai posti questa semplice domanda, ma se noi ci pensiamo bene questa è una domanda fondamentale per ogni uomo e soprattutto per un cristiano.
Invito ognuno di voi a riflettere mentalmente su come rispondereste a questa domanda.
Io, personalmente, appena dopo essermi convertito a Cristo, mi venne posta questa domanda e iinizialmente risposi che l’obiettivo della mia vita era quello di poter farmi una famiglia e di poter trovare un lavoro di responsabilità, vivendo una vita soddisfacente.
Poi, però crescendo e maturando spiritualmente, questa risposta cambiò, però tutto questo lo dirò solo alla fine.
Ora, volevo analizzare insieme a voi Giovanni 15 che sarà il versetto di riferimento per questa riflessione:
“Io sono la vera vite e il padre mio è l’agricoltore”.
Gesù qui si definisce la vera vite e come noi sappiamo, la vite è una pianta da frutto, per cui:
vite = Gesù = pianta da frutto
Allo stesso modo Gesù afferma anche che lui è disceso dal cielo per fare la volontà di Dio e non la sua: “Perché io sono disceso dal cielo, non per fare la mia volontà , ma la volontà del Padre mio”. Giovanni 6: 38
Quindi se ragionando vediamo che Gesù si definisce una pianta da frutto che ha portato frutto e allo stesso modo afferma che tutto quello che lui ha fatto lo ha fatto per fare la volontà di Dio, allora portare frutto significa fare la volontà di Dio e crescere sempre di più in quello che Lui vuole portarci ad essere ed a fare.
Fare la volontà di Dio ha molteplici significati, può voler dire fare qualcosa di pratico come anche voler dire manifestare nella nostra vita atteggiamenti e comportamenti ogni giorno migliori sempre di più, come ad esempio manifestare nella nostra vita i frutti dello spirito come descritti in Galati 5: 22
Gesù definisce anche Dio l’agricoltore e come noi sappiamo, l’agricoltore è colui che si prende cura della pianta e del raccolto, per cui:
agricoltore = Dio = colui che si prende cura della pianta
“Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie via, ma ogni tralcio che porta frutto, lo monda affinché ne porti ancora di più”.
Gesù definisce anche noi come dei tralci e come noi sappiamo, i tralci sono appunto i rami giovani della pianta alla cui estremità alla fine cresceranno i grappoli che sono i frutti della vite, per cui:
tralcio = noi = ramo giovane della vite ancora attaccato alla pianta
Il frutto del tralcio quindi, alla fine è il grappolo. Così come l’agricoltore se vede un tralcio che non produce grappoli lo toglie via, così fa anche Dio con chi di noi, non fa la sua volontà e non vuole e non desidera crescere per essere di utilità alla chiesa di Cristo.
Allo stesso modo invece, Gesù dice che Dio però se vede in noi obbedienza e quindi la volontà di portare frutto nella nostra vita allora farà una cosa, lo monderà, per cui:
mondare = lavare e raschiare (togliere) tutte le impurità e le parti rovinate.
Quindi l’agricoltore monda il tralcio fruttuoso, così anche Dio monda i suoi figli che portano frutto, togliendo dalla loro vita tutte le cose sbagliate e non conformi alla sua volontà, le impurità e ciò che può impedire la loro crescita sana e prendendosi cura aiutando a crescere sempre di più queste persone.
“Dimorate in me e io dimorerò in voi, come il tralcio non può da se portare frutto se non dimora nella vite, così neanche voi, se non dimorate in me”.
Già nel vs.2 Gesù dice che in me, e questo significa solo che ognuno di noi, non può portare frutto da solo, ma può portare frutto soltanto stando con Gesù.
Come si fa a stare con Gesù?
Attraverso la comunione con lui, quindi così come il tralcio da solo non può portare frutto se non è attaccato alla vite, così neanche noi se non rimaniamo a stretto contatto con Gesù attraverso la preghiera e la meditazione quotidiana.
“Io sono la vite, voi siete i tralci, chi dimora in me, e io in Lui, porta molto frutto, poiché senza di me non potete far nulla. Se uno non dimora in me.”
Poi Gesù ci ha fatto una promessa: “Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quel che volete e vi sarà fatto” ovviamente qui però c’è una condizione che è di dimorare in lui e poi che la nostra richiesta ovviamente deve essere in accordo con la sua volontà.
E ovviamente, quello che Gesù vuole dire è che se noi dimoriamo in lui e prendiamo in lui il nostro diletto, arriveremo per forza al punto che quel che gli chiederemo sarà per forza in accordo con la sua volontà.
Così come dice il salmista: “Prendi il tuo diletto nell’Eterno ed egli ti darà i desideri del tuo cuore.” Salmi 37: 4
“In questo è glorificato il Padre mio, che portiate molto frutto, e così sarete miei discepoli”.
Quindi Gesù vuole e ci ha chiamati a portare frutto, non vuole che rimaniamo solo così come siamo, ma ci vuole far crescere per darci in mano grandi cose e grandi incarichi per la crescita del Suo regno qui sulla terra, e in questo modo saremo suoi discepoli.
“Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore. Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa”.
Innanzitutto, c’è una condizione, e cioè se osserviamo e come viene detto nel vs.11, soltanto adempiendo la volontà di Dio, quindi vivendo una vita fruttuosa, potremo sperimentare la vera gioia.
“Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi, e vi ho costituito perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto sia duraturo, affinché qualunque cosa chiederete al Padre nel mio nome, egli ve la dia.”
E qui abbiamo anche la conferma di quanto detto nel vs.8 cioè che Dio ci ha costituiti e chiamati a portare frutto, vivendo una vita per fare la sua volontà con degli atteggiamenti e comportamenti conformi alla sua parola.
E qui ci dice anche che è lui che ci ha scelto per i nostri determinati incarichi, ma il portare frutto invece non dipende da lui, ma da noi. E’ una nostra scelta.
Quindi se non vogliamo portare frutto è solo colpa nostra.
“Se siete disposti ad ubbidire, mangerete le cose migliori del paese.” Isaia 1: 19
Quindi ora alla domanda, qual è l’obiettivo della nostra vita, come risponderemo?
Io risponderei questo, che l’obiettivo principale della mia vita è servire, obbedire e amare Dio secondo la sua piena volontà descritta nella Scrittura.
In poche parole dando il meglio di noi stessi in quello che Dio ci consiglia e ci chiama a fare.